Rimini | Maggioranza rarefatta, consiglio comunale lascia a piedi decine di odg
In medio stat virtus, dicevano i latini. Sano consiglio che a Rimini sembra essersi perso, perlomeno nella cornice del consiglio comunale dove o si resta a oltranza fino a tardissima notte, come è successo la settimana scorsa oppure a un certo punto, poco dopo le 9,30 dai banchi della maggioranza ci si alza, ci si allontana e alla fine viene a mancare il numero legale. Intanto, però, sono due le delibere di giunta approvate (tante quante ne sono state bocciate la settimana scorsa in sette ore). “Fino a una settimana fa noi siamo stati additati come chi fa mancare il numero legale, noi che ricordo siamo solo in tre. E invece, quando ci sono cose della minoranza da discutere e votare dalla maggioranza lo si fa mancare davvero, il numero legale, e anche con grande nonchalance”, fa notare il capogruppo 5Stelle Luigi Camporesi.
Con il voto favorevole di maggioranza, Pdl, Lega nord e Fratelli d’Italia (astenuti il M5S e Sel) è stata approvata la variante al prg relativa all’istanza edilizia presentata dal Circolo tennis di Rimini. La storia va avanti dallo scorso anno e riguarda i palloni pressostatoci per la copertura invernale dei campi sportivi (in particolare quelli per il tennis) che costituiscono agli occhi del prg un abuso, anche se di anno in anno vengono montati per l’inverno e smontati per la primavera.
In pratica, il problema nato da una diversa nuova interpretazione della procura si era risolto in parte lo scorso anno per gli impianti di proprietà e gestione pubblica, grazie alla formula dell’interesse pubblico prevalente, ma restava in piedi fino a ieri per gli impianti privati o a gestione privata.
Gli uffici del comune si sono messi a lavoro e hanno trovato la soluzione anche per i privati che passando attraverso una conferenza di servizi potranno montare i palloni sui campi. Sono passati due emendamenti della minoranza. Quello di Gioenzo Renzi che riduce l’altezza dei palloni dai 17 metri concessi dal piano regolatore in zona circolo tennis e quello di Eraldo Giudici che impone al concessionario di mettere a disposizione della collettività per un giorno a settimana il campo, visto l’interesse pubblico, e comunque di mantenerlo in ordine e pulito anche quel giorno là.
Approvata in apertura anche la delibera d’individuazione delle aree pubbliche da adibire al commercio, anche in funzione di posteggi che verranno a mancare in piazza Cavour per i lavori al teatro Galli, con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione della minoranza.
A questo punto succede una cosa che ai 5 Stelle puzza un po’. Il consigliere di maggioranza Bertino Astolfi chiede e ovviamente ottiene di far passare avanti una sua mozione. Poi via via i banchi della maggioranza si svuotano, in pochi eroi restano. Dalla minoranza Valeria Piccari chiede sia conteggiato il numero legale: non c’è. Tutti a casa. Il programma della serata trasferito pari pari al giovedì successivo quando si aggiungerà la variatona al prg del sindaco che sarà (dovrebbe) essere votata lunedì in commissione.
“All'ordine del giorno c'erano 36 punti. Numerosi certo, ma lo sono perché le risposte da ottenere per la città di Rimini sono veramente tante e meritano lo stesso rispetto della ‘presunta’ guerra al mattone del sindaco Andrea Gnassi che, tanto per cambiare è venuto, ma non c'era niente che gli interessasse e se ne è andato. Dopo aver discusso i primi punti che riguardavano delibere di giunta il PD, alle 21,40, ha levato le tende facendo mancare il numero legale e, di conseguenza, la possibilità di portare avanti le altre discussioni”, raccontano i grillini, criticati e tacciati di ignavia la settimana scorsa da alcuni consiglieri del Pd per la loro assenza. “La minoranza, secondo le norme della democrazia, non è una simpatica appendice adottata per non far sembrare la sala del consiglio comunale troppo vuota”.
Da parte loro i consiglieri 5Stelle dicono che il loro “scopo non è quello di moralizzare nessuno, ognuno se la vede con la propria coscienza secondo i mezzi intellettivi che ha a disposizione, ma ci preme comunque di fornire gratuitamente un suggerimento. I cittadini, quelli citati negli innumerevoli discorsi della giunta, sono capacissimi di capire la differenza tra commissioni consiliari e consigli comunali aperti e chiusi in 72 ore nette, quando si tratta degli interessi di partito, e il resto delle questioni di Rimini che langue nell'ignavia perché non si hanno risposte politicamente convenienti da fornire”.
Ieri, per esempio è stata rinviata ancora una volta, tra le tante la proposta di delibera di Camporesi per fermare la costruzione del forno crematorio. “Doveva essere esaminata entro la fine di febbraio ma giace li, sottoposta ai capricci del sindaco e della maggioranza. Perché a Rimini anche gli sprechi del territorio sono tali secondo i gusti del sindaco”.
In ballo 3milioni in project financing, “ma noi abbiamo dimostrato con il parere di un tecnico per il forno crematorio a Rimini non ci sono sufficienti richieste affinché possa essere gestito in attivo, sarebbe cioè un altro costo per la collettività, anche se è un tema delicato e parlare di queste cose in questi termini è sempre un po’ spiacevole. I forni a Ravenna e Cesena sono già in passivo. Semmai, una buona idea potrebbe essere quella di sottoscrivere, da parte del Comune di Rimini, una convezione per ridurre i costi del trasporto fino a Cesena”.
Quello delle mozioni lasciate a marcire in consiglio comunale è un problema abbastanza sentito. “La verità è che ieri c’erano tantissime mozioni, qualcuna anche ferma da un anno. Purtroppo siamo costretti a lavorare a colpi di mozioni perché di delibere dalla giunta ne arrivano ne arrivano davvero poche”, chiosa Gennaro Mauro del Pdl.